Un colpo di criptovaluta svela il saccheggio digitale da 600 milioni di dollari della Corea del Nord nel 2023

Un colpo di criptovaluta svela il saccheggio digitale da 600 milioni di dollari della Corea del Nord nel 2023

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Nel mondo in continua evoluzione della valuta digitale, dove le fortune si accumulano e si perdono in un batter d'occhio, una storia sconcertante si è svolta nel 2023. Immagina una rapina non a banche o veicoli blindati, ma a byte e blockchain – presumibilmente gli hacker nordcoreani sottraendo l'enorme cifra di 600 milioni di dollari in criptovaluta.

La società di intelligence blockchain TRM Labs, nelle sue ultime scoperte, ha evidenziato l'impatto sismico della Repubblica popolare democratica di Corea (RPDC) sul panorama dei furti di criptovalute. Solo nel 2023, queste cifre oscure erano collegate a circa il 33% di tutte le criptovalute rubate tramite attacchi informatici. Questa cifra, per quanto illuminante, fa parte di una narrazione più ampia: dal 2017, gli hacker della RPDC avrebbero accumulato cripto-asset per un valore di circa 3 miliardi di dollari. L’aumento di queste attività nell’ultimo anno dipinge un quadro preoccupante dell’evoluzione del panorama delle minacce nel mondo digitale.

Ma come si fa a rubare valuta digitale su tale scala? La risposta sta nei metodi complessi e in continua evoluzione del furto informatico. Secondo TRM Labs, le tattiche della RPDC nel riciclaggio di denaro sono un gioco costante del gatto e del topo con le forze dell’ordine internazionali. Il loro modus operandi in genere prevede la compromissione delle chiavi private degli utenti o delle frasi seed, incanalando la criptovaluta in portafogli controllati dalla RPDC e quindi convertendo abilmente queste risorse in altre criptovalute, come Tether (USDT) o Tron (TRX).

Questo livello di cyber-sofisticazione da parte della Corea del Nord non è solo un campanello d’allarme; è una sirena a tutto volume sia per le aziende che per i governi di tutto il mondo. Nelle parole di TRM Labs, “l’abilità di hacking della Corea del Nord richiede continua vigilanza e innovazione”. Sebbene la sicurezza informatica abbia fatto progressi, soprattutto tra gli scambi di criptovalute, e gli sforzi internazionali per tracciare e recuperare i fondi rubati si siano intensificati, le previsioni per il 2024 suggeriscono che questa corsa agli armamenti digitali è lungi dall’essere finita.

A questa complessa rete si aggiungono le mosse del Dipartimento del Tesoro degli Stati Uniti, che ha imposto sanzioni a individui e gruppi ritenuti collegati a queste operazioni di hacking nordcoreane, incluso il famigerato gruppo Lazarus. Anche se i mixer di criptovalute come Tornado Cash e Sinbad affrontano le sanzioni statunitensi, i rapporti indicano che la RPDC sta esplorando attivamente altre strade di riciclaggio.

L’impatto più ampio di queste rapine informatiche è sconcertante. Un rapporto di CertiK ha evidenziato circa 751 violazioni nel settore delle criptovalute nel 2023, culminate in perdite superiori a 1.8 miliardi di dollari. Il presunto coinvolgimento della Corea del Nord rappresenta una parte significativa di ciò, sottolineando la minaccia globale rappresentata dalla criminalità informatica sponsorizzata dallo Stato. In particolare, la rete Ethereum ha sopportato il peso maggiore di questi attacchi, con perdite per un totale di 686 milioni di dollari in 224 incidenti.

In un mondo sempre più orientato verso gli asset digitali, le azioni di stati come la RPDC nel regno delle criptovalute non sono solo una preoccupazione finanziaria ma anche geopolitica. L’uso di risorse digitali nelle sanzioni internazionali, come quelle imposte a entità come Hamas, e l’attenzione sui miscelatori di criptovalute da parte dei legislatori, sottolineano l’intersezione tra finanza, tecnologia e relazioni internazionali.

Mentre ci muoviamo in questa era digitale, la storia degli audaci furti di criptovalute della Corea del Nord funge da duro promemoria. Non si tratta solo delle enormi quantità coinvolte, ma della sofisticatezza e della natura in evoluzione delle minacce informatiche nell’era blockchain. La sfida che ci attende non è solo quella di salvaguardare i nostri tesori digitali, ma anche di rimanere un passo avanti in questo gioco informatico ad alto rischio.

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