Colin Thierry
Pubblicato il: Luglio 15, 2022
Università olandese Università di Maastricht (UM) ha annunciato all'inizio di questo mese è riuscito a recuperare il Bitcoin a cui aveva pagato ransomware operatori nel 2019 dopo che la polizia ha rintracciato con successo la criptovaluta.
Il personale dell'UM si è innamorato di a phishing nel 2019 che ha consentito ai criminali informatici di entrare nella sua infrastruttura IT. Gli hacker hanno distribuito un ransomware e hanno chiesto che fosse effettuato un pagamento in Bitcoin per sbloccare i dati crittografati.
Secondo il dottor Nick Bos, vicepresidente del comitato esecutivo, l'UM si trovava di fronte a un dilemma etico.
"Da un lato c'era il consiglio della polizia e l'obiezione morale al pagamento del riscatto", si legge nel comunicato dell'università. “D’altra parte, c’erano gli interessi degli studenti, degli scienziati e del personale dell’UM che non avevano più accesso ai propri dati e file. Erano in gioco il progresso negli studi degli studenti, la ricerca scientifica e la continuità dell'Università. Dopo “deliberazioni estremamente difficili” si è finalmente deciso di pagare il riscatto”.
Tuttavia, l’operazione di pagamento del riscatto ha lasciato tracce che alla fine hanno indicato un riciclatore di denaro in Ucraina.
Secondo quanto riferito, le autorità ucraine hanno effettuato una perquisizione e parlato con le persone coinvolte, cosa che alla fine ha permesso alla Procura olandese di sequestrare la criptovaluta.
"Già nel febbraio 2020 la squadra investigativa ha congelato un cosiddetto portafoglio contenente parte del riscatto pagato", ha detto l'università. “Il valore delle criptovalute rinvenute all’epoca era di 40,000 euro; al cambio attuale valgono circa 500,000mila euro”.
Secondo l'UM, la somma è notevolmente inferiore al totale dei danni subiti a seguito dell'incidente. L’Università prevede inoltre di utilizzare il denaro recuperato per aiutare gli studenti in difficoltà.
L’attacco informatico ha dimostrato quanto gli studenti possano essere vulnerabili nel loro percorso di studio, ma sicuramente anche dal punto di vista finanziario”, ha spiegato il vicepresidente Bos. “Le crisi che abbiamo vissuto da allora non hanno fatto altro che sottolineare ulteriormente questa vulnerabilità. Alla luce di ciò, il Comitato esecutivo ritiene molto appropriato l’utilizzo di questi fondi per aiutare gli studenti in difficoltà”.
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